Covid-19 in Lombardia: l’analisi settimanale aggiornata a giovedì 24 settembre
Il numero dei casi positivi di quest’ultima settimana è pari a 1’375, in diminuzione (confermata per la seconda settimana di seguito) rispetto a quelli rilevati nella scorsa settimana (erano 1’532 e prima ancora 1’766).
Nella settimana che si chiude oggi sono stati comunicati più di 122’000 tamponi: meno del record di due settimane fa, ma più di quanto fatto in quelle precedenti.
La percentuale dei casi positivi sul numero di tamponi efficaci (positivi + negativi) scende sotto il 3% mentre la percentuale di tamponi positivi per le persone «nuove» sottoposte al test scende ancora sotto l’1,75%.
Il numero dei decessi settimanali è pari a 29, più del doppio rispetto alla scorsa settimana (quando erano 14) e in linea con la settimana precedenti, quando erano 22.
Come sempre si ricorda che il dato provinciale è più puntuale e soffre molto di più delle imprecisioni nella comunicazione dei risultati. Per questo motivo l’analisi provinciale richiede ancor più prudenza
Per esempio, sarebbe opportuno pubblicare il numero di tamponi effettuati ogni giorno per ogni provincia in modo da poter condurre a livello provinciale analisi simili a quelle sviluppate a livello regionale.
Nelle ultime tre settimane, le province lombarde si dividono in tre gruppi:
- Quelle che mostrano un andamento in (più o meno marcata) diminuzione (Bergamo, Brescia, Cremona, Milano, Mantova e Varese)
- quelle che mostrano un andamento (più o meno) altalenante (Como, Lecco, Lodi e Monza);
- quelle che mostrano un andamento (più o meno) crescente (Pavia e Sondrio).
Il numero di casi positivi continua a diminuire. Anche la percentuale di casi positivi rispetto al numero di tamponi effettuati nelle persone «nuove» scende sotto il 2% e indica che il numero dei tamponi è ragionevole in queste condizioni.
Preoccupa l’andamento delle province di Pavia e Sondrio, dove si riscontra una crescita notevole dei casi negli ultimi sette giorni.
Il numero dei ricoverati aumenta , mentre quello dei ricoverati in terapia intensiva rimane purtroppo stabile, a conferma della necessità di continuare a tenere alta la guardia.
Vengono continuamente segnalati lunghi tempi di attesa per l’esito dei tamponi. Un disagio che si dovrebbe evitare anche per non ritardare (e forse rendere inefficace) il tracing.
In molti contesti, le attività ospedaliere ordinarie continuano ad accumulare ritardi e non sono ancora riuscite a tornare a una capacità produttiva adeguata (alla «normalità»).