Covid-19 in Lombardia: l’analisi dati di mercoledì 4 maggio
I numeri del Covid-19 in Lombardia
46.226 positivi settimanali, in diminuzione del 10% circa rispetto alla settimana precedente (51.544) e in del 7% rispetto a due settimane fa (49.713). In terapia intensiva si registra un ricovero in più, mentre nei reparti ordinari se ne registrano 61 in meno. Il numero dei decessi (163) diminuisce del 18% rispetto a quanto rilevato settimana scorsa (198) e del 2% rispetto a due settimane fa (167). 345 mila tamponi tamponi settimanali, di cui 65 mila molecolari e 280 mila antigenici.
Lecco registra 553 casi circa 100.000 abitanti – dato più alto. Segue Mantova con 548. Dato più basso a Bergamo: 342. La media lombarda è 474 (elenco completo nella slide numero 8).
Per quanto riguarda le vaccinazioni, in questa ultima settimana sono state somministrate circa 14 mila così divise:
- 1k prime dosi;
- 1k seconde dosi;
- 12k dosi «booster».
Più attenzione ai pazienti psichici gravi
Abbiamo chiesto alla Regione dopo un lungo confronto con le famiglie di attivare progetti orientati alla recovery ossia al processo di cura che porta la persona a trovare una propria collocazione nella società. La maggioranza ha respinto ogni nostra proposta. Ma il problema resta e tocca migliaia di lombardi.
Per essere efficaci le cure richiedono un’alleanza fra pazienti, famiglie e operatori sanitari e, soprattutto, l’adesione dei pazienti stessi, che, soprattutto nei casi più gravi, non è scontata. Nei CPS è necessario un approccio proattivo degli operatori che devono cercare di stabilire un contatto con il paziente, anche quando, e accade spesso, non è in grado di ricevere aiuto. Manca una “regia” degli interventi. Il Piano terapeutico individuale permette di pianificare un percorso riabilitativo ma mancano poi figure che controllano i progressi del paziente fino alla sua recovery.
La presa in carico di questi pazienti richiede una personalizzazione degli interventi e un’équipe pronta a rimodulare progetti e obiettivi in base alle loro necessità. Per questo abbiamo chiesto alla giunta di attivare in tutte le ASST, una sperimentazione di progetti orientati alla recovery del paziente, che mettano a sistema risorse di tipo sanitario e sociale, individuando nuovi approcci per costruire una solida alleanza di cura con i pazienti. I progetti devono prevedere la presenza di un case-manager, che curi la regia del percorso di cura e il coinvolgimento di famiglia, amici, volontari, utenti dei servizi per un supporto tra pari, capaci di guadagnare la fiducia della persona con disturbo psichico. Necessaria una valutazione degli esiti delle cure realizzata dal gruppo di supporto e da una figura terza che funga da garante.
La maggioranza ha respinto ogni nostra proposta, sostenendo che in Lombardia sono già attivi interventi efficaci. Purtroppo, non è vero. Basterebbe ascoltare le esperienze delle famiglie dei pazienti e gli operatori per rendersene conto.